Introduzione
Il Google Pixel 3 XL indossa la più tipica uniforme di un recente telefono al top di gamma: vetro sul retro e un notch davanti. Ma noi vogliamo andare oltre questa lucente nuova facciata e dare un'occhiata più da vicino agli interni. E c'è un solo modo per farlo: con uno smontaggio!
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Cosa ti serve
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Diamo un'occhiata alla tecnologia che sta sotto il nuovo esterno con notch del Pixel 3 XL:
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Display OLED da 6,3" con risoluzione QHD+ 1440 × 2960 (523 ppi) e Gorilla Glass 5
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Processore octa-core 64 bit Qualcomm Snapdragon 845 (2.5 GHz + 1.6 GHz) con 4 GB di RAM LPDDR4x
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Fotocamera principale da 12,2 MP, ƒ/1.8, con stabilizzazione ottica OIS e autofocus dual-pixel a rilevamento di fase; doppia fotocamera da selfie da 8,1 MP
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Memorizzazione integrata da 64 o 128 GB
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Carica senza fili Qi
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Resistenza all'acqua di livello IP68
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Android 9.0 Pie
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Prima di tuffarci all'interno, diamo un'occhiata all'elegante estetica del Pixel 3 XL confrontandola con quella del suo fratellino minore.
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La nuova copertura posteriore di questi telefoni somiglia molto alla cover ibrida delle ultime due generazioni, ma questa volta con un solo pezzo di vetro (con finitura parzialmente opaca).
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Rivolgendoci alla faccia anteriore, troviamo una fotocamera extra in cima a entrambi i display.
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Proprio così, mentre chiunque altro ha aggiunto altre fotocamere sul retro, Google ha scelto la direzione opposta aggiunto una fotocamera ultra grandangolare (equivalente a 19 mm) a fianco dell'esistente fotocamera grandangolare (28 mm).
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Un'esclusiva del Pixel 3 XL è un piccolo
robotnotch di tendenza che ci accoglie quando accendiamo il telefono.
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Gli altoparlanti rivolti in avanti di entrambi i Pixel 3 lasciano il telaio in alluminio privo di qualsiasi griglia.
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Una volta disposti uno sopra l'altro, risulta ovvio che uno di questi telefoni sia un po' più XL dell'altro, ma non ci sono molte altre differenze.
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Porta di ricarica USB-C, slot per la scheda SIM e pulsanti di accensione in stile anni '80 campeggiano su entrambi i telefoni.
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Attrezzo utilizzato in questo passaggio:iSclack$24.99
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Esaurita l'analisi esterna, è ora di passare all'interno.
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L'esperienza ci dice che tirare un po' con una ventosa e tagliare è tutto quello che serve per aprire il display ma, quando scopriamo che questo non è sufficiente, estraiamo le pistole (termiche).
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Sembra che il Pixel 3 XL utilizzi ancora dell'adesivo in schiuma, ma questo è molto più tenace della roba amica del riparatore che abbiamo visto l'anno scorso.
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Tiriamo fuori l'affidabile iSclack, aspettandoci di separare il gruppo display, ma la prima a staccarsi è la cover posteriore!
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Attrezzo utilizzato in questo passaggio:Manta Driver Kit - 112 Bit Driver Kit$69.95
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Dopo aver faticato di fronte a un po' più di adesivo di quando ci aspettassimo, siamo dentro!
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Per fortuna, il cavo del sensore di impronte digitali è lungo quanto basta per non essere strappato via da scassinatori troppo zelanti.
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Il panorama è in linea con quello che ci aspettavamo: una bella piastra per la ricarica senza fili, una batteria, una scheda, un paio di fotocamere e un sensore di impronte digitali che abita sulla cover posteriore.
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Un po' più inaspettati sono le cover di metallo sopra la scheda madre e il vassoio SIM nascosto da qualche parte sotto il gruppo altoparlante.
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Google pensava forse di spaventarci con un po' di viti? Ce lo aspettavamo: eravamo preparati con una punta Torx, ed eventualmente ne avevamo altre 111 in caso servissero.
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La tendenza verso l'adesivo tenace continua, sotto forma della bobina di ricarica sopra la batteria del Pixel. Ma ecco un po' di tregua!
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La batteria è fissata con dell'adesivo che si allunga per staccarlo, soluzione relativamente amica del riparatore. Quindi approfittate di questa possibilità che viene offerta per una facile rimozione, sempre che adoperiate la tecnica giusta!
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Nel mettere allo scoperto la batteria, tagliamo inavvertitamente un fragile cavo a nastro che era nascosto al di sotto! Uomo avvisato, mezzo salvato: un manuale di riparazione ci avrebbe aiutato a sopravvivere in questa arena.
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Lasciando da parte le traversie collose, la batteria è finalmente estratta: il Pixel 3 XL può immagazzinare 13,2 Wh. Un filo meno dei 13,6 Wh del Pixel 2 XL e più o meno lo stesso dei 13,28 Wh del Pixel XL originale.
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Il Pixel 3 XL batte comunque l'iPhone XS Max (12,08 Wh) e si avvicina molto al Galaxy S9+ (13,48 Wh).
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Più in alto del cratere dove una volta c'era la batteria, estraiamo un'antenna che scherma la scheda madre.
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Nella parte meridionale del telefono, combattiamo con dell'altro adesivo per staccare quello che sembra solo un'altra schermatura.
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È un'altra trappola! Questo schermo è in realtà l'alloggiamento dell'altoparlante, che abbiamo appena diviso in due nel tentativo di accedere ai componenti sottostanti.
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Rimossi gli schermi, possiamo finalmente dare un'occhiata alla scheda madre del più nuovo dei Pixel.
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Mentre la scheda viene via, non possiamo non notare l'aiuto, da parte della pasta conduttiva generosamente applicata nella parte inferiore, nel trasferimento di calore dai chip più sollecitati al telaio in metallo.
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Tutta questa colla ci ha stufato; ora sediamoci a guardare qualche chip:
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4 GB di DRAM LPDDR4X Micron 8JE77G9WGH stratificata sopra al processore Qualcomm Snapdragon 845
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64 GB di memoria Universal flash storage Skhynix H28S7Q302BMR
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Pixel Visual Core Google SR3HX (già visto nel Pixel 2 XL)
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Ricetrasmettitore RF Qualcomm SDR845
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Qualcomm QPM2622 e QPM2642
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Envelope tracker 40 MHz Qualcomm QET4100
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PMIC Qualcomm PMI8998
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Ed eccone almeno un altro paio...
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Chip sicurezza Titan M Google H1C2M
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Ricevitore ricarica wireless Qi IDT P9221
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Codec audio Aqstic Qualcomm WCD9340
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Moduli ricezione diversity Qualcomm QDM3620, QDM3670, QDM3671
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IC gestione alimentazione Qualcomm PM845
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Murata 1QB SS8601001
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Qualcomm QPM2635
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Estraiamo cautamente la
pupilla di sinistrafotocamera grandangolare, che è incollata (ma non troppo) al telaio. -
Sul retro, Google scommette di nuovo sull'intelligenza artificiale per far sì che un sensore singolo faccia il lavoro di due.
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In base alle prima recensione, la cosa sembra funzionare. Voci raccolte in giro dicono che si tratti di un sensore Sony IMX363 lievemente aggiornato con il resto affidato a Pixel Visual Core.
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Attrezzo utilizzato in questo passaggio:Halberd Spudger$2.99
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La scheda figlia viene via senza alcun problema, portando con sé la porta USB-C, il vassoio SIM e un po' di hardware di antenna.
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Il motore di vibrazione è un po' più riluttante ad abbandonare la sua casa, ma il nostro Spudger Halberd sa essere molto convincente.
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Vengono via anche gli estensimetri, che appaiono amichevoli come non mai.
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In nome della scienza, scegliamo di smontare il nostro display per capirne la provenienza. La sua opposizione è fiera, ma non può far nulla contro calore, pazienza e la mentalità posso-farcela.
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Rullo di tamburi, per favore... È un Samsung! C'erano voci di ogni genere, ma sembra che Google quest'anno si sia affidata agli affidabili pannelli AMOLED di Samsung.
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I pannelli Samsung dovrebbero essere un po' più affidabili di quello dell'anno scorso, ma sfortunatamente questo va di pari passo con un tipo di riparazione Samsung-esca.
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Per ultimo, ma non per importanza, un chip di controllo del display che se ne sta solingo sul cavo del display.
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Controller touch Samsung S6SY761X (come nell'S9+)
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Aggiornamento dello Smontaggio: siccome ce lo avete chiesto, abbiamo dissezionato anche il display del più piccolo Pixel 3. E indovinate un po? Questo proviene da LG Display!
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Voci dicono che LG abbia lavorato duro per migliorare la sua tecnologia OLED mobile - siamo curiosi di vedere come il loro nuovo display si comporterà quest'anno.
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Ecco tutti i bei pezzi che compongono questo
GalaxyPixel! -
Hai ancora fame di smontaggi ed emozioni? Il team video è qui per accontentarti con il video dello smontaggio del Pixel 3!
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Sembra che il Pixel aderisca alla problematica linea dei Galaxy, con gruppi di antenna di aspetto familiare, una batteria ostinata e un display difficile da cambiare, prodotto dalla stessa Samsung!
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Non c'è solo il problema di dover smontare completamente il telefono per cambiare uno schermo rotto, ora c'è anche da pensare alla parte posteriore. Il vetro posteriore del Pixel 2 XL copriva il 20% del telefono, mentre del pannello posteriore del Pixel 3 XL se ne può rompere il 100%. E questo non va molto d'accordo con la riparabilità...
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- Le viti presenti sono tutte di tipo standard Torx T3.
- La batteria è fissata con adesivo che si stacca tirandolo, una soluzione amica del riparatore.
- Gli O-ring e gli adesivi usati per l'impermeabilizzazione complicano le riparazioni, ma al tempo stesso rendono meno probabile i danni da intrusione di liquidi.
- Le riparazioni del display sono molto più difficili che nei modelli precedenti e richiedono il completo smontaggio del telefono.
- Per poter intervenire su qualsiasi componente bisogna faticosamente scollare (e dopo reincollare) il pannello di vetro posteriore.
- La presenza contemporanea di pannelli anteriore e posteriore in vetro aumenta la vulnerabilità alle cadute.
Considerazioni Finali
Punteggio Riparabilità


(10 è il più facile da riparare)
Un ringraziamento speciale a questi traduttori:
75%
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43 Commenti
It’s been rumored that the front stereo speakers are louder and more crisp than the 2XL. Is there a visual size difference in the speakers themselves?
The new speaker housing looks a little bigger and might be sealed better than the old one. I’m no speaker expert though, so I’m not sure how much of a difference the new design makes, or if the driver is just better.
To be clear, are BOTH the Pixel 3 and 3XL using Samsung screens? Please say yes.
I came to ask the same question, so I'm subscribing to hear the answer!
Surprise: it’s a LG panel! We’ve added step 14 to reflect this. Thank you for all your patience!