Introduzione
Google ha rivoluzionato il mercato degli smartphone con il Pixel 2 XL, con inedite caratteristiche di strizzabilità. Ci auguriamo che lo smontaggio ci rivelerà quanto questo telefono faccia venir voglia di tenerlo stretto. Seguici mentre ci immergiamo nelle profondità dell'ultimo, più avanzato (e più grande) telefono cellulare di Google!
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Cosa ti serve
Panoramica Video
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Ecco una panoramica dell'alta tecnologia che il team hardware di Google è riuscito a comprimere in questo telefono:
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Display da 6" Plastic OLED (POLED) con la risoluzione QHD+, ovvero 1440 x 2880 (538 ppi) e vetro 3D Gorilla Glass 5
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Processore octa-core a 64 bit Qualcomm Snapdragon 835 (2.35 GHz + 1.9 GHz) con 4 GB di RAM LPDDR4x
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Fotocamera principale da 12.2 MP, f/1.8 con autofocus a rilevamento di fase (PDAF) dual pixel e rilevamento laser; fotocamera da selfie da 8 MP
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Capacità di memorizzazione interna di 64 o 128 GB
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Sensore posteriore di impronte digitali Pixel Imprint
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Resistente ad acqua e polvere in base allo standard IP67
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Android 8.0 Oreo
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I nostri amici di Creative Electron si sono fatti tutta la strada da San Marcos, California per offrirci la loro competenza a raggi X.
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Sembrerebbe che queste due righe di rettangoli super-densi siano al posto giusto per essere i sensori di pressione laterale. Il nostro magnete si fa attrarre da loro attraverso il case, ma questi non sono magneti. Dovremo tirarli fuori per carpire i loro segreti.
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Sembra che il motore di vibrazione sia (di nuovo) un oscillatore lineare.
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Benché siano completamente invisibili a occhio nudo, il Pixel 2 XL ha effettivamente delle bande di antenna: sono quelle macchie chiare attorno al perimetro del case posteriore.
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Nemmeno con la nostra capacità visiva a raggi X riusciamo a vedere un jack cuffie.
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Google dice al mondo "chiedi di più al tuo telefono", ma è difficile chiedere un design profondamente diverso da quello di un iPhone 7 Plus.
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Possiamo però chiedere al Pixel 2 XL qualcosa di più del Pixel 2 standard. L'XL ha una cornice più sottile e uno schermo grande, con un design generale più compatto.
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Rispetto al normale schermo 2D del Pixel 2 standard, il display dell'XL porta gli utenti in tutta un'altra mezza dimensione.
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Impermeabilizzare un telefono significa sigillare tutti i punti d'ingresso. Abbiamo avuto la prima prova degli sforzi di Google in questo senso con una guarnizione sul vassoio della SIM.
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Oggi non usiamo la nostra normale procedura di apertura degli smartphone e lasciamo inattivo l'iOpener. Il Pixel 2 utilizza un nastro in schiuma che si può staccare senza doverlo scaldare.
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All'interno troviamo dei lunghi cavi: un cambiamento apprezzabile rispetto ad alcune insidiose procedure di apertura di alcuni smartphone del passato.
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Attrezzo utilizzato in questo passaggio:Metal Spudger$2.99
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Dobbiamo staccare i fili al display prima di poter continuare. I suoi due cavi sono assicurati al telaio centrale con spine di plastica che fuoriescono solo grazie all'incoraggiamento di un gagliardo strumento di apertura.
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Proprio come nel Pixel XL originale, il display e separato dalle parti interne da un telaietto centrale il magnesio che offre una robusta base al display nel caso tentasse di distruggerlo.
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A cavallo del telaietto intermedio troviamo uno scambiatore di calore nuovo di zecca. Si direbbe che questo telefono scalda un po' di più rispetto alla sua precedente incarnazione.
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L'anno scorso il Pixel 2 costruito da HTC ci aveva mostrato un nuovo modo di rimuovere una batteria incollata: un'etichetta esterna prefustellata che fungeva da maniglia per tirare la batteria fuori dal suo guscio, e quindi si poteva poi staccare il resto dell'etichetta.
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Quest'anno, invece, sembra che il progetto industriale di LG non comprenda alcun accorgimento per rimuovere facilmente la batteria. (RIP, buona vecchia LG).
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Questa batteria può accumulare 13,6 Wh (3520 mAh a 3,85 V), qualcosa in più dei 13,28 Wh dello scorso anno.
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Siamo più o meno in linea con il pacco da 13,48 Wh del Samsung Galaxy S8+ e nettamente di più dei 10,28 Wh che si porta in giro l'iPhone 8 Plus.
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Stacchiamo un po' di nastro adesivo in rame per scatenare la bestia, la fotocamera principale dell'XL.
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Anche se il totale dei mega pixel di questa fotocamera si avvicina a quello dell'anno scorso, le somiglianze tra i sensori finiscono.
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Otticamente, c'è anche una nuova Google Lens? Oh no, ok, non è una lente fisica, capito.
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Il gruppo del sensore anteriore è scollegato, ma per ora rimane telefono; ci concentriamo sui pesci più grossi.
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Ci sono alcuni altri connettore, e sono soltanto loro che tengono in posizione la scheda madre: sembra che le viti del telaietto intermedio siano gli unici punti di fissaggio!
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La scheda madre adesso è fuori! Ma c'è ancora un piccolo tentacolo da rimuovere.
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La fotocamera anteriore da 8 MP si tira via facilmente e può stare tranquilla, sapendo che supera di un intero megapixel l'ultima proposta targata iPhone.
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Dalla sabbia al silicio, ecco tutti i chip di questa scheda: un mini Sahara. Diamo un nome a qualcuno di loro!
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4 GB di Dram mobile LPDDR4 Samsung K3UH5H5, disposti sopra un Qualcomm Snapdragon 835
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64 GB tipo Universal Flash Storage Samsung KLUCG4J1ED
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Avago AFEM-9046 KA1717 LB003 172604S6 00105
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Qorvo QM78035 (forse un modulo RF Fusion?)
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Skyworks 7360-2A 1716 HX
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NXP 81A04 39 04 sSD730 (probabilmente il controller NFC) e Murata SS7715005 (modulo Wifi/Bluetooth?)
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Per ultimo e non per importanza, ecco il primissimo SoC (System on Chip) personalizzato realizzato internamente da Google, il Pixel Visual Core, etichettato SR3HX X726C502. Attualmente mantenuto in letargo, il Pixel Visual Core sarà abilitato con l'arrivo di Android 8.1.
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Altrove, sotto la crosta, i nostri scavi portano alla luce:
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Microcontroller a 32 bit ST Microelectronics ST33G1M2 con ARM SecurCore SC300
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Ricetrasmettitore Qualcomm WTR5975 Gigabit LTE RF
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Chip gestione alimentazione Qualcomm PM8998
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(Qualcomm??) PMI8998 003 7R71286 HE720 13
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Chip Qualcomm SMB1381 per Quick Charge 4
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(Texas Instruments?) TI 75AQJH1 2557
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Questo passaggio è privo di traduzione. Aiuta a tradurlo
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IC Identification, pt. 2:
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Qualcomm QET4100 envelope tracker
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Qualcomm WCDxxxx audio codec
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Maxim Integrated MAX11259 24-bit delta-sigma analog-to-digital converter
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Texas Instruments DRV2624 haptic driver
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ON Semiconductor NL3HS2222 USB 2.0 DPDT switch
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ON Semiconductor FSUSB74 USB 2.0 switch (likely)
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Texas Instruments backlight driver (likely)
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Una volta estratto il cuore del Pixel, ci restano solo alcuni organi interni periferici.
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Gli interruttori del volume e dell'accensione vivono grazie ad un singolo cavo supportato da un telaio di plastica.
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Il prossimo a venir fuori è il gruppo altoparlante ed è l'occasione per un primo sguardo al... sensore di strozzamento.
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Basandoci sulle modalità di sviluppo di questa tecnologia, ci attendiamo qualcosa di simile al trackpad Apple Force Touch. Tiriamo fuori il sensore dalle case e vediamo se riusciamo a tirarne fuori un senso.
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Ed eccolo, il segreto della spremitura: metà della coppia di sensori responsabili per rilevare quando stai comprimendo i bordi del tuo Pixel 2 XL.
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Il sensore consiste di un scheda a circuito stampato flessibile avvolto attorno a una fila di pezzetti d'acciaio, con degli estensimetri che riempiono gli spazi tra gli elementi di metallo.
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Le due file di estensimetri separati da spaziatori dovrebbero garantire questo sensore una risoluzione più alta rispetto alla linea singola, permettendo di rilevare anche le pressioni più delicate.
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Quando premi, la fila esterna di estensimetri si dovrebbe accorciare, mentre quella interna si allunga. Questo dà al software del Pixel uno spostamento misurabile più grande per attivare correttamente la funzione.
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Ci guadagniamo l'accesso alla porta USB-C usando con destrezza uno spudger halberd.
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Inoltre, mancando il jack cuffie, è lecito aspettarsi uno stress raddoppiato su questa porta, perché sarà usata sia per l'audio esterno sia per caricare il telefono.
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Il sensore di impronte digitali di quest'anno propone un cablaggio molto più pulito, rendendo la rimozione più facile: anche in questo caso, basterebbe un dito.
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se il vetro del display è tenuto da dell'adesivo spugnoso facile da pelare, per il vetro posteriore la storia è ben diversa.
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Sospettiamo che questo alto cuscinetto di adesivo appiccicoso abbia una funzione antiurto per proteggere il vetro nelle cadute. Qualunque sia la ragione, abbiamo dovuto metterci tanto calore per poterlo estrarre.
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L'estrazione di questa cover circondata da una piccola antenna mette in evidenza il cavo del sensore anteriore, accessibile solo da dietro dopo aver rimosso il vetro.
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- Molti componenti sono modulari e possono essere sostituiti una volta che il gruppo display è stato rimosso.
- Tutte le viti sono comuni viti Phillips #00 e ce ne sono solo nove in tutto.
- Il display è ancora sottile e non ben supportato, specialmente attorno alle griglie, ma l'adesivo in schiuma rende più facile il processo di apertura.
- La batteria ha perso la linguetta adesiva di estrazione ed è forzata nel suo alloggiamento, quindi è diventata più difficile da rimuovere.
- Il cocciuto telaietto centrale e le coperture, molto aderenti, del cavo del display richiedono più lavoro per le riparazioni.
Considerazioni Finali
Punteggio Riparabilità
(10 è il più facile da riparare)
Un ringraziamento speciale a questi traduttori:
86%
albertob ci sta aiutando ad aggiustare il mondo! Vuoi partecipare?
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36 Commenti
Great work, so quick! What can you tell about the Pixel Core chip? which was the surprise revelation from google. Does it look similar to other neural chips from iphone or huawei mate 10 pro?
Like to see the new Google SoC. Suppose to do 3 trillion operations a second so would like to how big. Does not appear you listed?
Edit: Woops! I see in step 9. Thanks!
Well… is this or is this not the same display that was in the V30? I could be wrong, but it seems pretty obvious to me in spite of the disagreements that people are having about it.
Maybe the same OLED unit, but the front glass is clearly not the same. Also the cables are way different.